Risorse Umane

La risorsa strategica che deve analizzata e compresa di volta in volta secondo la persona in carne ed ossa che si ha davanti

franco ferrazza

Le Human Relations (HR) sono una risorsa strategica che deve essere analizzata e compresa secondo la persona in carne e ossa che ci si trova davanti. Fra le risorse aziendali è quella che presenta le maggiori peculiarità, dovute al fatto che la specificità di ciascun individuo costituisce allo stesso tempo una opportunità e un problema.

Il lavoratore di talento è una opportunità, ma dovrà essere capace di dedicarsi agli obiettivi specifici della sua posizione all’interno dell’azienda. Inoltre, ogni lavoratore deve necessariamente corrispondere a una posizione aziendale concepita in modo più o meno astratto e standardizzato. In altre parole, pur nella valorizzazione delle sue peculiarità e della sua unicità professionale e umana, ogni lavoratore deve essere sostituibile dal punto di vista organizzativo, onde evitare che il venir meno del rapporto con l’azienda determini una crisi aziendale.

Nella nostra epoca assistiamo al paradosso per cui si hanno, da una parte, una spinta irreversibile verso l’automazione per mezzo dell’informatica e della robotica e, dall’altra, una crisi delle figure professionali meramente esecutive.

Le due braccia che ubbidiscono agli ordini sono un modello in crisi perché i problemi aziendali richiedono una flessibilità e una capacità di adattamento anche da parte delle figure professionali di livello gerarchico più basso.

Allo stesso tempo, si è affermato quel modello organizzativo che vede le risorse umane come un investimento che, come tale, va protetto. Da qui la nascita di nuove esigenze e di nuove discipline come la psicologia del lavoro, la medicina del lavoro e l’ergonomia.

La versatilità richiesta ai lavoratori è alla base del successo di un altro ambito di interesse delle risorse umane: quello del potenziamento delle soft skill, vale a dire l’insieme delle competenze non tecniche richieste al lavoratore affinché questi sappia adattarsi alle esigenze del lavoro senza essere eterodiretto in ogni singola operazione di sua competenza.

Ma tutto questo implica l’intervento di un altro fattore importante: il datore di lavoro deve selezionare e utilizzare le risorse umane prevedendo di organizzare il lavoro in termini di delega delle responsabilità al lavoratore. Il modello delle braccia che ubbidiscono agli ordini è in crisi, non solo dal lato della domanda di lavoro, ma anche dal punto di vista organizzativo: nell’attuale contesto di complessità, il datore di lavoro non può più pensare di tenere tutto sotto controllo.

Tutto ciò ha un impatto diretto anche sulle modalità con le quali viene svolta la consulenza HR. Se il fattore umano è insopprimibile, allora il modo migliore per svolgere la consulenza è far vivere al consulente l’azienda in prima persona, fino a renderlo parte di essa: solo così sarà in grado di conciliare le esigenze del lavoro con le risorse a disposizione in termini di persone fisiche.

La perfezione si raggiunge non quando non c'è più niente da aggiungere, ma quando non vi è più niente da togliere

Questo approccio è alla base di un modello operativo di successo perché legato alla realtà del lavoro in azienda, e che mi ha portato a estendere la mia offerta ad altri settori della consulenza aziendale, quali soprattutto il marketing strategico. Una volta che il consulente vive l’azienda nella sua quotidianità e nella sua missione, cercare di migliorarla diventa un obiettivo esistenziale.

Ma, soprattutto, l’acquisita capacità di comprendere le specifiche esigenze dell’azienda è ciò che mi consente di garantire risultati concreti per i miei clienti.

L’attività di consulenza che esercito copre ogni esigenza dell’azienda in fatto di risorse umane:

Selezione
Gestione del personale
Organizzazione aziendale
Vendita
Gestione del cliente
Valutazione del personale
Politiche retributive